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Nella seconda metà del trecento l’arte compositiva arrivò a livelli altissimi. Nelle cappelle papali del centro e nord Italia si componeva non solo musica sacra, ma anche liriche di soggetto amoroso con artifici ritmici e melodici complessi e manieristici. Vi lavoravano alcuni dei più grandi maestri dell’epoca che ci hanno poi lasciato le pagine più significative dell'ars subtiliors:

Matteo da Perugia, Antonello da Caserta, Zachara da Teramo sono alcuni di questi.

Le loro musiche sono raccolte nelle principali fonti dei primi anni del XV secolo. Brani su testi Latini o francese, di carattere sacro o profano, con una scrittura bicolore colma di svariati simboli di proporzioni, incastri ritmici e speculazioni manieristiche. Ma in tutto questo groviglio non manca mai la dulcedo, la grazia, il lirismo.

Victime paschali & De magne pater/ Donis affatim

Dame Zentil & Amour m’a le cuer mis

Un fior gentil m’appar & Ciaramella me dolce ciaramella

Gloria in excelsis Deo & Ave sancta mundi/ Agnus Dei

Se doulz espoir

Se vrai secours

Beauté parfaite

En ce gracieux temp & Par maintes fois

(Anonimo) ‐ (cod. di Torino J.II.9)

(Antonello da Caserta) – (Cod. Modena lat.568)

(Zachara da Teramo) – (Cod. Lucca)

(Matteo da Perugia) – (Cod. Modena lat.568)

(Cod. Modena lat.568)

(Cod. di Torino J.II.9)

(Cod. Modena lat. 568)

(Jacob de Sanleches & Jean Vaillant) – (Cod. Modena lat.568 & Cod. Lucca)

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