Nel suo libro "La psicologia dell'invenzione in campo matematico", Jacques Hadamard, matematico celebre soprattutto per il lavoro sulle equazioni alle derivate parziali, usa l'introspezione per descrivere il pensiero dei processi matematici.

In forte contrapposizione con gli autori che si identificavano con la lingua e la cognizione, egli descrisse il pensiero matematico in gran parte come attività che non si serve di parole ma che è accompagnato spesso da immagini mentali che si condensano nell'idea generale di una dimostrazione.

Attorno al 1900 intervistò cento dei maggiori fisici dell'epoca chiedendo loro come avessero svolto il loro lavoro. Molte delle risposte confermarono la sua teoria; alcuni raccontarono di vedere i concetti matematici come colori. Albert Einstein riportò di sentire sensazioni nei propri avambracci. Analogie forti con pittori, poeti, scrittori.

​

Fabio Caccia si è laureato in Fisica a Genova, con una tesi sperimentale di fisica quantistica molecolare, ad alto vuoto e basse temperature. Per dieci anni ha lavorato nel centro di Ricerca e Sviluppo di un’azienda italiana nel campo dell’intelligenza artificiale, più specificamente nella visione artificiale, applicata alla robotica e all'automazione di fabbrica. In questo settore ha progettato e realizzato sistemi, protetti da brevetti internazionali. Si è dedicato, successivamente, ad attività legate alla logistica e ai trasporti. In questo settore è stato capo-commessa di grandi progetti (100 milioni di Euro). Da quindici anni gestisce e lavora nel locale La Passeggiata Librocaffè a Genova, il primo caffè scientifico genovese, organizzando attività culturali, in uno degli ambienti più belli della città.