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Maggior sostenitore

Sabato 2 marzo

Ensemble Música Antigua

Eduardo Paniagua, direzione

Cesar Carazo, canto e fidula

Jaime Muñoz, flauti, chalumeau e cornamuse

Eduardo Paniagua, salterio, flauti, tamburello e canto

in coproduzione con

Associazione Pasquale Anfossi

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Eduardo Paniagua, Premio al miglior interprete di musica classica 2009 Accademia della Musica di Spagna, Premio 2013, 2014 e 2015 Musica classica di UFI (Musica independente), è considerato uno dei musicisti spagnoli che più sta lavorando per il recupero del patrimonio musicale del Medioevo. Riunisce nelle sue diverse formazioni artisti esperti che producono sotto il marchio PNEUMA numerose opere discografiche, ricevendo eccellenti recensioni e riconoscimenti nazionali e internazionali.

Cesar Carazo, originario di Badajoz, è il massimo esponente del canto spagnolo medioevale nelle lingue romanze: galiziano-portoghese, catalano-occitano e il canto mudéjar-andalusí.

Ha partecipato a un gran numero di registrazioni con il Grupo de Música Antigua di Eduardo Paniagua, Ibn Bayya (Spagna-Marocco) e Accentus (Austria).

Jaime Muñoz, esponente della musica tradizionale castigliana con strumenti a fiatodirettore de La Musgaña. È un esperto della tradizione andalusí e orientale.

Il concerto è in coproduzione con l'Associazione Pasquale Anfossi.

Música Antigua, Eduardo Paniagua
Música Antigua, Eduardo Paniagua
Eduardo Paniagua
Música Antigua, Eduardo Paniagua

La fondazione del Sacro Romano Impero di Carlo Magno nel IX secolo determinò le linee principali della storia d'Italia, legando il loro destino alle nazioni del Nord. D'altra parte, la conquista della Sicilia da parte degli Arabi in quello stesso secolo segnò il periodo di massimo splendore saraceno in Europa e lo sviluppo della brillante civiltà musulmana, ereditata dai governanti cristiani di Sicilia. Nel Sud Italia la massima potenza rimase l'Impero Bizantino, completato dagli stati marittimi italiani di Napoli, Gaeta e Amalfi.

Verso il 1015 i Cavalieri normanni sottomisero il Sud d'Italia, sottraendo l'isola di Sicilia ai Saraceni e creando un regno indipendente. Alla corte normanna si riunivano i saggi ebrei, greci e arabi e produssero, grazie alla loro conoscenza, qualcosa che si diffuse in tutta l'Europa occidentale.

La rinascita del commercio mediterraneo, dopo la sottomissione dei saraceni, rese possibile l'inizio dell’ industria e del sistema urbano d'avanguardia: le Città-Stato, in particolare le Repubbliche Marinare di Venezia, Genova e Pisa.

Nel 1154 l’Imperatore Federico I Barbarossa attraversò le Alpi e ciò aumentò il suo potere, riconosciuto in tutta Italia ad eccezione di Venezia e del Regno di Sicilia.

Il pontificato di Innocenzo III (1198-1216) segnò, d'altro canto, l'apice del potere papale, sia sotto l’aspetto temporale che spirituale. 

Federico II (1194-1250), nipote del Barbarossa e mezzo normanno per parte della madre Costanza, venne incoronato a Roma da Onorio III: si unirono così le corone di Sicilia e dell'Impero.

Venne chiamato "Stupor Mundi" ("meraviglia del mondo") avendo posto la sua corte al centro di una civiltà ricca di scienza, filosofia e arte, dove cristiani, musulmani ed ebrei godevano uguale libertà religiosa.

Con la morte dei discendenti di Federico II, l'intervento della Francia in Italia ebbe inizio con Carlo d'Angiò, che fece trionfare la causa guelfa in tutto il paese. Poco dopo nel 1282, dopo i "Vespri Siciliani", i soldati del re Pietro d'Aragona prefigurarono la dominazione spagnola del sud Italia.

Alfonso X è stato il monarca più brillante e internazionale del Medioevo nella Penisola Iberica, per l'universalità della sua cultura e per l'ambizione delle sue imprese artistiche e culturali.

Nel suo regno confluirono tutte le grandi dinastie d’Europa del suo tempo, evidentemente quella di Castiglia e Leon, ma anche quella inglese attraverso la sua bisnonna Eleonora d'Inghilterra, moglie di Alfonso VIII di Castiglia, il vincitore di Las Navas de Tolosa, e la figlia e protettrice dei trovatori, la grande Eleonora d'Aquitania. Per parte della madre, Beatrice di Svevia, Alfonso X discendeva dalla stirpe dell'impero degli Staufen e dal lignaggio degli imperatori bizantini.

Nipote di Federico II, Alfonso fu erede dei diritti di successione del Sacro Romano Impero. Suo zio Luigi IX di Francia, il Santo, era legato alla dinastia dei Capeto e con il matrimonio con Violante d'Aragona diventò genero di Giacomo I il Conquistatore.

Alfonso X fu una delle figure più importanti del Cristianesimo e la sua politica culturale e la sua fama si diffusero nel Maghreb, oltreoceano e nel levante islamico.

I ghibellini della Repubblica di Pisa riconobbero ad Alfonso X la Corona dell'impero. Tale aspirazione è stata alimentata fino all'incontro con Papa Gregorio X a Belcaire nel 1275, dove finalmente si abbandonò questo progetto imperiale, che avrebbe dato maggiore importanza anche al lavoro scientifico e culturale di Alfonso X e avrebbe comportato l'estensione della sua influenza sul Ducato di Svevia, il Regno d'Italia e lo stesso Impero.

 

Nel concerto si narrano alcuni dei miracoli di Santa Maria avvenuti nel territorio dell'attuale Italia.

Sono accompagnati da canti liturgici ispanici visigótico-mozárabes e da alcuni esempi di canti de Al-Andalus e Sefarad.

I miracoli delle Cantigas, anche se variegati e pittoreschi, mantengono il carattere del cancionero e restano nel contesto del trovatore che offre alla sua amata Santa Maria un mosaico delle gesta della Vergine stessa.

Questo trovatore è il re-poeta Alfonso X, così spesso raffigurato nelle miniature come mediatore tra uomini ed esseri celesti. Così il re dei trovatori finisce per trasformare tutti i fruitori dei canti della sua opera in trovatori della Vergine.

 

Le poesie raccolte da Alfonso sono tutte scritte in lingua galiziana, considerata dai poeti spagnoli dal XIII al XV secolo più consona alla poesia lirica, e che probabilmente venne scelta da Alfonso anche perché i Cancioneros dei menestrelli della Galizia l'avevano già messa in luce come la più adatta per la creazione di una lirica epica universalmente compresa.

20:30

"Cantigas de Italia y Canto Visigótico Mozárabe"

Alfonso X El Sabio 1221-1284

Cantigas de Santa Maria di Alfonso X Il Saggio

Cantigas de Santa Maria italiane n° 293, 136 e 335

 

  • “Los Siete gozos”. Cantiga 1, Alfonso X el Sabio 1221-1284

               “Morena me llaman”. Tradicional sefardí

  • “Par Deus/Vayse meu corazon de mib”. Cantiga de amor de Alfonso X/Abraham Ibn Ezra (1089-1167), Melodía  andalusí de Túnez 

  • Sobre los fondos del mar”. Cantiga 193 de Alfonso X el Sabio

  • "Noche maravillosa”, Leilum hadzib. Betayhi Garibat al Husein, Andalusí de Marruecos 

  • “Surgam et Ibo”. Responsorio. (Ex officium defunctorum). Rito Mozárabe de Toledo     

  • El juglar de Lombardía. Cantiga 293, Alfonso X

  • Alba de los albores. Cantiga de loor, Alfonso X

  • Lamentatio Jeremiae Prophetae”. Lección viernes Santo. Antifonario Mozárabe de Silos

  • Todos los amantes. (Instrumental) Andalusí de tradición magrebí

  • Los Corsarios”. Cantiga 379, Alfonso X

  • La imagen de Foggia de Apulia”. Cantiga 136, Alfonso X

  • Ídolos de Sicilia”. Cantiga 335, Alfonso X

Si ascolteranno canti liturgici ispanici visigotici–mozárabi e alcuni esempi di canti andalusi e sefarditi.

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